Articolo da TILE

__________________ ARTE & CULTURA ___________________

Anna Maria Lorimer, Arteinterra

Abbiamo conosciuto Anna Maria Lorimer, o meglio le sue opere, in occasione di una mostra organizzata, nell’estate 2012 (per la precisione era in occasione del periodo natalizio 2012…), all’interno della Fortezza Medicea di Montepulciano.

Un incontro che ha suscitato la nostra curiosità per la particolarità delle realizzazioni esposte in quell’evento: per lo più figure di animali riprodotte in trame trasparenti realizzate con sottili fili trafilati, quasi un pizzo macramé ceramico, ottimo per trasformare le figure in lampade inserendo al loro interno una candela. Il tema della lampada, della luce che si frange attraverso le sottili trame ceramiche, era presente anche in opere più grandi, esposte nella stessa occasione, e per lo più ispirate a immagini femminili.

Abbiamo quindi deciso di andare a conoscere personalmente Anna Lorimer presso il suo laboratorio Anrteinterra, a San Martino alla Palma, una località nel comune di Scandicci.

Qui, a parte la meravigliosa natura che circonda la casa/laboratorio di Anna Maria e del marito Roberto, abbiamo scoperto la personalità dell’artista e la sua storia.
Anna, dopo aver conseguito il diploma di maestra d’arte in ceramica nel 1972 e quello di restauratrice sempre in ceramica nel 1985, ha partecipato ad alcune edizioni della Mostra dell’Artigianato di Firenze e a vari concorsi: “ho vinto anche dei premi – ci racconta Anna -, ma poi ho deciso che volevo lavorare per me, senza condizioni e scadenze. La terra, la creta, è la materia con la quale riesco ad esprimermi e avevo bisogno di usarla nei miei tempi coniugandola con gli impegni quotidiani della famiglia e dei figli”.

Poi: “Sei o sette anni fa ho ripreso a fare ceramica, rinunciando all’offerta di un impegno lavorativo tradizionale che mi avrebbe costretta tutti i giorni ad andare in città… Ho comunicato a Roberto che non me la sentivo, che la rinuncia alla libertà mi pesava troppo. Abbiamo così affittato un primo laboratorio a Scandicci e la mia passione per la ceramica si è trasformata in un vero  lavoro.”

Il primo sforzo è stato indirizzato alla ricerca di una forma espressiva “originale”, perché Anna non si considera una vera ceramista: “voglio dire che non sono esperta di terre, di smalti e cotture, sono cose molto complesse e so di non poter competere con i veri ceramisti che hanno passato la vita a sperimentare vetrine e smalti. Così ho accettato i miei limiti, poi ho smesso di inseguire i gusti delle persone, di cercare di realizzare quello che poteva piacere a loro, e mi sono concentrata su me stessa”. E’ a quel punto che Anna ha scoperto la potenzialità espressiva dei fili in ceramica, la loro capacità di ordire tessiture inusuali con cui scolpire strutture e figure e si è lasciata andare. Sono così nate le prime forme rotondeggianti, all’inizio vasi e otri e lampade che racchiudono nella loro struttura, ricamate con fili anche ottenuti da argille di differente colorazione, figure vegetali accompagnate a geometrie sempre diverse evidenziate anche grazie all’uso di argille di diversa colorazione e composizione. Poi quei vasi sono stati “appoggiati” su piedi e mani umani realizzati in argilla e, da quelle mani e dai quei piedi sono poi scaturite figure femminili dai movimenti espressivi, dagli abbracci avvolgenti, dalle espressioni complici.   ( Va anche bene cosi,ma prima facevo vasi a colombino…poi ho cominciato a farli con mani e piedi, poi sono diventate donne e contemporaneamente ho “inventato” la costruzione degli oggetti con i fili abbinata poi alle figure di donne la cui primissima serie e senza lampade si chiamava “donne con le palle”..)

Perché, Anna, solo figure di donne? “Non faccio figure maschili perchè sono una donna e posso esprimere solo il mondo femminile che conosco”. E perché queste donne, così intense, non hanno volto? “Questa è una domanda che mi viene sempre rivolta dai bambini che si accorgono subito che le mie donne non hanno volto. Le donne, invece, in genere non se ne accorgono perché scelgono la figura che meglio rappresenta un loro personale sentire: la fatica, la gioia, il sentimento materno, la complicità con le amiche… Cercano se stesse, non vogliono una “bambola con la faccia” ma una figura che le rappresenti in un determinato atteggiamento”.

Anna si è dedicata anche all’insegnamento della ceramica, rivolgendosi sia ai bambini delle scuole elementari che a gruppi di adulti. Durante i corsi vengono insegnate le varie tecniche di lavorazione della ceramica (modellazione a mano, colombino, lastra morbida, lastra dura, stampi, calcatura, ingobbio etc., cottura dei manufatti e successiva smaltatura e decorazione)  con la possibilità di imparare anche la lavorazione al tornio.  ( Forse questa in questa parte  potrebbe sembrare che i corsi li faccio ancora..)

Nel 2011 in occasione della Mostra “Artigianato a Palazzo” ha vinto il premio Perseo.

(Io metterei anche gli altri due premi visto che si equivalgono e tutti insieme sono stati la mia parentesi “competitiva”  e di “messa in gioco” ora abbandonata,ma che mi e’ sicuramente servita.

Maggio 2011 : premio Perseo,

Agosto 2011 : 3°premio “Artigianato Vivo” a Cison di Valmarino (TV)

ed a novembre  “49° Cardo d’argento” a Firenze )

laboratorio di Ceramica

La produzione delle mie ceramiche è ricca di oggetti di vario tipo ed uso principalmente realizzati con la tecnica del colombino.
Le forme quindi diventano sia oggetti di uso quotidiano che vere e proprie sculture c oltre alla produzione di oggetti realizzo componenti di arredo quali: mattonelle da rivestimento, lampade, specchi, bassorilievi, ma anche serviti di piatti, oggetti da giardino etc.

ANNA LORIMER HA REALIZZATO A TAYBEH LA «LAMPADA DELLA PACE» PER LE FAMIGLIE

Per l’Associazione «Coltiviamo la Pace», nel 2005 Anna Lorimer si è recata nel villaggio palestinese di Taybeh-Efraim per insegnare ai giovani che lavorano nel laboratorio di ceramica, costituito nell’ambito dei nostri progetti di cooperazione. Nell’occasione ha realizzato modelli di originali oggetti e, in particolare, una colomba fra le mani in atto da essere lanciata. La colomba, di colore bianco, recante la croce di Terra Santa, è una lampada alimentata con l’olio prodotto nel villaggio. Di questa colomba, che dalla Palestina «vola» ormai in tutto il mondo, è stato anche realizzata una versione con lumino di cera. La “Colomba Lorimer” può essere acquistata on-line nel sito della parrocchia di Taybeh www.taybeh.info per sostenere la comunità cristiana di Terra Santa e favorire il processo di pace attraverso lo sviluppo e l’occupazione lavorativa dei giovani. (principalmente è stato messo su per l’occupazione delle donne del villaggio)


Tecnica del colombino
La tecnica del colombino permette di modellare tutte le forme, anche grandi e complesse, ma deve essere esercitata con un po’ di precisione e tanta pazienza.
Si parte da un lastra di argilla stesa con un matterello da cui si ritaglia la forma di base. A questo punto si preparano i c.d. colombini, cioè si prendono dei pezzi di argilla e si fanno rotolare con le mani su di un piano di lavoro fino ad ottenere dei lunghi “salamini” che vengono attaccati uno sull’altro partendo dalla base ritagliata.
Mentre si fa questo si dà forma all’oggetto che potrà essere bombata, cilindrica, svasata, conica etc., e alla fine si liscia la creta per renderne omogenea la superficie.
Quando la terra si sarà seccata (dopo qualche giorno) l’oggetto sarà pronto per essere cotto in un forno apposito alla temperatura di circa 1000° C. Dopo la cottura ciò che si ottiene è il c.d. “biscotto” ed è pronto per essere decorato come più ci piace; dopodichè è necessario fare una seconda cottura per poter fissare i colori e rendere impermeabile il nostro oggetto (può anche essere usato per alimenti).

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